I caimani sotto il pelo dell’acqua si parlano: ma non li sento. Questo telefono continua a squillare col suo trillo assordante, fino a spaccare i timpani dei coccodrilli. Stanno pregando la dea del fiume, ché qualcuno alzi la cornetta, il più presto possibile (loro non possono). Una storia romantica raccontano crisalidi abbandonate presso fiori sensitivi. Non riesce a stonare il telefono impazzito dentro e fuori la mente. Vomita oscenità una lumaca infuriata, un attimo prima di restare schiacciata da un improvviso spostamento d’aria. Mi saluta da lontano l’acqua, con un gorgo parlante, a me che la conosco. Richiami, evocazioni, indizi; i caimani sotto il pelo dell’acqua non si parlano più: so che stanno ascoltando questo dialogo antico. Si risveglia — finalmente — la dea del fiume, per rispondere al telefono con passo di samba: possibile!!? Anche qui c’è qualcuno che si diverte a chiamare a vuoto…
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